Il canto è stato composto da Dino Quartana, frate e scultore, che nel 1962 entrò nell’ordine domenicano in Francia. Questa scelta maturò dopo l’incontro e la frequentazione del movimento fondato da don Luigi Giussani, di cui Quartana era stato studente ai tempi del liceo.
La canzone venne pubblicata nel 1974 da Giunti-Nardini Editore su un disco in vinile 45 giri, accompagnata dall’altra composizione di Quartana, Il pesce rosso.
Il testo, dal senso apparentemente surreale, trova un’interpretazione già nel titolo. Il riferimento al monte Ararat richiama infatti il racconto biblico dell’arca di Noè, come narrato nel passo di Genesi 8,4:
«Nel settimo mese, il 17 del mese, l’arca si posò sui monti dell’Ararat [al harey Ararat]»
Secondo questa lettura, gli animali citati sarebbero ancora disorientati dal viaggio sull’arca. Solo con il ritorno alla normalità si potrà ricostituire “la pienezza della comunità”.