Canto tradizionale veneto che racconta una lite serale fra due amici gobbi, già ubriachi, che si risolve andando a bere del buon vino.
Il canto, probabilmente della metà del secolo scorso, è stato nel tempo arrangiato e armonizzato in vari modi e utilizzato dai gruppi folkloristici, scuole, oratori, gruppi scout fino a vari cori alpini, poiché si presta ad essere cantato anche a più voci.
Il testo si può trovare con leggere differenze, la principale è l’aggiunta delle doppie, probabilmente per rendere più chiaro in italiano il significato delle parole, poiché il dialetto veneto non ne contempla l’uso.
Anche l’inizio si trova in due versioni diverse, sebbene la più diffusa sia
“Una sera, ‘na sera de note, do gobeti se davan le bote”
(una sera, una sera di notte, due gobbetti si davano le botte) la più fedele all’originale è probabilmente
“Una sera, do boti de note, do gobeti se davan le bote”
dove il “do boti” significa “alle due di notte”, poiché il “boto” esprime in veneto il concetto temporale di “ora” (ossia dal botto -il colpo- delle campane ad ogni ora).
La quarta strofa è quella che si trova con le differenze maggiori nella costruzione del testo, ma il senso rimane sempre quello del botta e risposta tra i due litiganti, con l’offesa finale riportata con l’accusa di avere sulla schiena un “montesel”, probabilmente riferito al nome del monte trentino, oppure un “botisel”, che dovrebbe corrispondere al tino usato nelle vendemmie.
Il ritornello, cantato in diversi modi a seconda della versione, credo sia invece un’aggiunta posteriore.
Testo
do gobeti se davan le
do
se ste
Rit.: Gobi gobi gobi
Do gobeti de media statura
se parlavan de cose amorose,
e i gaveva ‘na mata paura
che i passanti li stesse a sentir.
Rit.
L’uno l’era el famoso Mattia,
l’altro l’era el fabrica inciostro
che inbriago de graspa e de mosto
insultava l’amico fedel.
Rit.
Uno ‘l ga dito: “Va la ti si gobo!”
e che altro el ga respondito:
“Se mi son gobo, ti non ti si drito,
sora la schena te ghe un montesel!”.
Rit.
I se ga dito parole da ciodi
i se ga dato careghe sul muso
e i xe andai a finir in quel buso
dove se beve un bicer de quel bon.
Rit.

Papà cresciuto in oratorio, dove oggi cerco di dare una mano nelle varie attività, suonando anche l’organo. Nel 2002 ho creato katena.it con l’idea di raccogliere tutto ciò che ruotava attorno all’oratorio e all’educazione dei più piccoli, un punto di incontro per scambiare idee e restare in contatto con le persone conosciute nelle mie esperienze diocesane e di Pastorale Giovanile. Oggi il sito è diventato una raccolta di canti, melodie e filastrocche, con la costante ricerca delle loro origini e storie.