Canzone scritta nel 1974 dal cantautore Claudio Chieffo, autore tra l’altro di molte musiche di ispirazione cristiana. Il protagonista è uno spazzino col desiderio di far parte di una banda, ma non sapendo tenere il tempo, ed essendo stonato, si accontenta di ascoltare le esibizioni delle bande che suonano nella piazza della città. Purtroppo proprio durante una serata di musica il palco sotto il quale si era messo ad ascoltare crollò su di lui… Ma Dio, avendo a cuore il suo desiderio, lo accontenterà in modo speciale…
La canzone nel suo svolgimento raccoglie due incisi e un finale particolari: il primo si esegue sulle note del “Va pensiero” del Nabucco di Verdi, il secondo è un estratto sempre da un’opera di Giuseppe Verdi, ossia l’ “Amami Alfredo” della Traviata, mentre la conclusione della canzone sfuma sul motivo dell’ “Entrata dei gladiatori” di Julius Fucik, una marcia militare scritta nel 1897.
«Quando andavamo al paese dei miei, c’era una specie di grande costruzione di legno che circondava un palco e lì la banda suonava; io – penso di avere avuto 3 o 4 anni – sentivo moltissimo l’emozione di quella musica e avrei proprio voluto essere tutta la banda, non uno strumento solo. Questa esperienza mi è tornata alla mente proprio mentre mia madre, che si è ammalata gravemente a 52 anni e in pochi mesi è mancata, stava morendo. Era una maestra elementare che sapeva fare tutto, ma non sapeva cantare e il fatto che io cantassi era per lei una cosa grande, che la riempiva di orgoglio. In quell’occasione sono andato da mia madre e le ho detto: ‘Mamma, sto facendo una canzone’. Lei amava molto che scrivessi canzoni e mi disse di continuare. Io obiettavo: ‘Ma mamma, è una canzone da ridere e tu stai male male’. E lei: ‘Allora? È lo stesso: devi scriverla!’. Così immaginai la storia di un uomo stonato che fa di tutto pur di essere vicino alla banda, pur di essere dentro la banda; poi c’è il finale tragico, però è molto di più: è un finale catartico, perché finalmente costui suona in una banda inimmaginabile. Mentre si sarebbe accontentato di una banda di paese, si trova dentro una banda con dimensioni planetarie: molto più grande di quello che lui sperava e il maestro è proprio il Maestro»
(Claudio Chieffo in Paola Scaglione, La mia voce e le Tue Parole. Claudio Chieffo, una lunga storia di musica e poesia, Ares, Milano 2006, p. 30).
MusicSheetViewerPlugin 4.1Testo
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col direttore pa-pa-pà che la co
ma una
pochi ele
pa-pa-pà-pa-pa-pà
pa-para-para-para-pa-pà pà pà pà.
dalla grancassa pa-pa-pà al clari
la
e
“Ma era un sogno perch’ero stonato
ed il tempo non sapevo tener.” (sull’aria del “Va pensiero” del Nabucco)
Per seguir della musica l’ebbrezza
mi misi a lavorar nella nettezza
ed ogni banda che suonava in piazza
l’ascoltavo abbracciato alla ramazza.
Avrei voluto essere una banda
col direttore pa-pa-pà che la comanda
ma una piccola banda di paese
pochi elementi, senza pretese
pa-pa-pà-pa-pa-pà
pa-para-para-para-pa-pà pà pà pà.
Però volevo essere io tutto
dalla grancassa pa-pa-pà al clarinetto
la tromba, il trombone e il sax tenore
e nello stesso tempo il direttore.
“Amami Alfredo…” (dalla Traviata)
Ma quella sera c’era molta gente
ed io là in fondo non sentivo niente
allora sotto il palco sono andato…
chi lo sapeva che sarebbe crollato!
Adesso suono sempre nella banda
col direttore pa-pa-pà che la comanda
ma è una banda di grandi proporzioni
solo di trombe siamo due milioni!
Pa-pa-pà-pa-pa-pà
pa-para-para-para-pa-pà pà pà pà.
Certo tra noi c’è un grande affiatamento
ma è il direttore pa-pa-pà che è un gran portento
è un tipo eccezionale e c’ha dell’estro
e tutti qui lo chiamano… Maestro!
(il finale è la musica della marcia dell'”Entrata del Gladiatore”)