Halloween in oratorio?

Da un po’ di anni la festa di Halloween è entrata prepotentemente in Italia come festa in costume. Anche se di introduzione abbastanza recente il suo impatto commerciale è stato dirompente. Esteriormente è una festa laica ma in campo religioso è in corso un acceso dibattito per via del suo contenuto simbolico. Molti vescovi hanno infatti manifestato perplessità nel festeggiare Halloween in oratorio.

halloween

Il dibattito nasce perchè ad Halloween si sono strettamente connesse e sovrapposte pratiche esoteriche legate al soprannaturale e alla magia, in questa notte si celebrano molte iniziative legate alla stregoneria e al satanismo (pensiamo a papa Francesco che ci mette in guardia quasi quotidianamente dal demonio). E’ questo il tema principale per cui la Chiesa è molto rigida al riguardo. Halloween è per eccellenza la notte dei satanisti. Dietro le zucche, i costumi e i festeggiamenti, apparentemente innocui, si nascondono molte insidie. Si approfitta cioè della ricorrenza per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e occulte. Ecco cosa troviamo in vari testi esoterici:

  • «Torna il Gran Sabba per quattro volte all’anno… Halloween che è forse la festa più cara»;
  • «Samhain è il giorno più “magico” di tutto l’anno, capodanno di tutto il mondo esoterico»;
  • «La festa più importante dell’anno per i seguaci di Satana»

La maggior parte delle persone percepisce questa festa solo come un secondo Carnevale, ma i rischi del sopravvento commerciale, dell’adescamento satanico e della messa in disparte del valore dei Santi e il ricordo dei Defunti sono concreti. Il 1° e il 2 novembre non devono essere i giorni della paura, dell’horror, ma i giorni della speranza cristiana. Per questo è necessario recuperare il senso di questa festa e non restare culturalmente passivi. Il cardinale Carlo Maria Martini fu tra i primi, anni fa, a notare desolato che «questo tipo di feste è estraneo alla nostra tradizione, a valori immensi come il culto dei defunti che apre la speranza all’eternità». Dello stesso tenore don Oreste Benzi: «Vogliamo che i nostri figli festeggino il giorno di Ognissanti con i demoni, il mondo di satana e della morte oppure con gioia e pace vivendo nella luce?». I simboli di questa Halloween, come pipistrelli, gatti neri, luna piena, streghe, fantasmi, hanno in realtà ormai poco a che vedere con l’antica festa celtica di Samhain, per non parlare delle numerose antiche usanze della festività di Ognissanti.  Per contrastare la deriva commerciale molte realtà organizzano eventi alternativi di preghiera o di festa, per celebrare il culto dei Santi e non perdere il senso tradizionale della festività. La Diocesi di Milano organizza ad esempio la Notte dei Santi, attorno alla Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.

Se pensate di organizzare qualcosa in oratorio quindi non seguite la moda, sale in zucca! (quella piena, non quella vuota).  

Se si vuole festeggiare, liberiamoci dalla dimensione puramente consumistica e commerciale ed estirpiamo la patina di occultismo che riveste questa ricorrenza. Spieghiamo chiaramente che si festeggiano i morti e i santi, l’avvicinarsi dell’inverno. I bambini devono considerare la morte come evento umano, naturale, non devono avere paura dei morti, ma possono imparare a confidare nell’assistenza di coloro che sono già in cielo, e che esiste un modo per amare chi non è più su questa terra: pregare per loro.

La storia

Gli antichi Celti che abitavano in Gran Bretagna, Irlanda e Francia festeggiano l’inizio del Nuovo Anno il 1° Novembre: giorno in cui si celebrava la fine della “stagione calda” e l’inizio della “stagione delle tenebre e del freddo”.

La notte tra il 31 ottobre e il 1° Novembre era il momento più solenne di tutto l’anno druidico e rappresentava per i Celti la più importante celebrazione del loro calendario, era la notte di Samhain. Durante quella notte gli spiriti dei defunti potevano tornare alle loro vecchie abitazioni per scaldarsi e rifocillarsi in vista dell’inverno. Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all’anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi. La morte non era intesa come la fine di tutto, se era vero che i propri cari, almeno una volta l’anno, potevano essere in qualche modo presenti. 

Con il dominio romano, Samhain fu assimilata all’equivalente celebrazione di Pomona, una festa del raccolto. Dai Romani la festa fu chiamata Samonios.

Nelle altre aree d’Europa in cui la popolazione era prevalentemente pagana si credeva all’esistenza delle streghe e della stregoneria. Le maggiori celebrazioni erano il 30 Aprile e il 31 Ottobre. Il 30 Aprile era celebrato nell’area dell’attuale Germania (in particolare sulle Montagne Harz) e prendeva il nome di Walpurgisnacht (la notte di Valpurga). In quel giorno si riteneva che le streghe si radunassero sulla cima delle montagne per adempiere alle loro stregonerie ed evocare diavoli e demoni. Il Sabbath celebrato il 31 Ottobre veniva invece chiamato Black Sabbath, diventando simbolicamente la festa principale della stregoneria e del mondo occulto.

Visto che la chiesa cattolica non riusciva a sradicare questi antichi culti pagani, escogitò un tentativo per far perdere il profondo significato di questi riti. Infatti nel 835 Papa Gregorio IV spostò la festa di Tutti i Santi (istituita due secoli prima da Bonifacio VIII) dal 13 Maggio al 1° Novembre, pensando così di dare un nuovo significato ai culti pagani. Tuttavia l’influenza del culto di Samhain non fu sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X° secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, il Giorno dei Morti in memoria delle anime degli scomparsi che venivano festeggiati dai loro cari. La Chiesa ribadì come la vicinanza tra vivi in terra e defunti non fosse illusione, ma certezza.

Malgrado l’avvento del Cristianesimo queste tradizioni erano molto radicate nella popolazione e pur essendovi molte persone convertite alla Chiesa cattolica, l’antico rito celtico-romano rimase.

Con l’avvento del Protestantesimo che abolì la festivita dei santi, Halloween tornò nei territori anglosassoni come festa laica. Verso la metà del XIX° secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria. Halloween si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appare la famosa zucca, ed i bambini mascherati che bussano alle porte.

Il termine

La parola Halloween è una contrazione di All Hallows’ Eve, cioè la vigilia di Ognissanti (in inglese arcaico All Hallows’ Day, moderno All Saints’ Day).

La zucca illuminata, chi é Jack?

Il simbolo di Halloween é una zucca, in cui sono stati intagliati gli occhi, il naso e la bocca. o meglio un ghigno.  Una leggenda potrà spiegarci il perché. Si narra che ad un famoso fannullone, imbroglione e scommettitore assai dedito alla bottiglia, Stingy Jack, una sera apparve il Diavolo, venuto a reclamare la sua anima. Jack pregò come ultimo desiderio di poter bere ancora un po’. Accompagnato ad un pub vicino Jack bevve molti alcolici, però non avendo nemmeno un soldo per pagare la consumazione, convinse il Demonio a trasformarsi in una moneta per imbrogliare il barista. Avvenuta la mutazione, Jack afferrò la moneta e la mise nel suo portafoglio, dove aveva una crocifisso che impediva al diavolo di tornare nella sua forma originaria. Imprigionato irrimediabilmente, per riottenere la libertà, il Diavolo dovette accettare un patto proposto da Jack, che consisteva di non importunarlo per dieci anni.

Passati i dieci anni il Diavolo si ripresentò a Jack, che lo persuase a salire su un melo per prendergli una mela. Il Diavolo accettò. Jack allora incise sulla corteccia una croce, che impediva al Diavolo di saltare giù. Jack propose al Diavolo un altro patto: egli avrebbe cancellato la croce, se lui non avesse più reclamato la sua anima.

Jack morì tempo dopo. Non fu accettato in Paradiso perché aveva condotto una vita dissoluta piena di peccati. Giunto all’Inferno, il Diavolo non poteva reclamare la sua anima per via del patto. Fu così rispedito sulla terra. Tuttavia, il Diavolo donò a Jack un tizzone che gli illuminasse la strada nel limbo oscuro. Jack ripose il tizzone in una rapa svuotata, ricavandone così una lanterna. Da allora, nelle notti della vigilia di Ognissanti è possibile scorgere la fiammella di Jack, che vaga alla ricerca della sua strada.

Quando gli irlandesi si recarono in America, avendo a disposizione le grosse zucche gialle, sostituirono le rape con le zucche, chiamata non a caso Jack O’Lantern.

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